Tour de France 2019, Egan Bernal il più giovane vincitore da oltre cento anni: il terzo nella storia

Egan Bernal conquisterà oggi il Tour de France 2019, terza Maglia Gialla più giovane della storia. Meglio del colombiano hanno infatti fatto solamente Henri Cornet e François Faber, protagonisti di un ciclismo d’altri tempi. Il primo, infatti, conquistò ad appena 19 anni e 352 giorni la seconda edizione della corsa, nel 1904, mentre il coraggioso e sfortunato lussemburghese (morirà combattendo nella legione straniera durante la prima guerra mondiale) si impose appena cinque anni più tardi, nel 1909, a 22 anni e 187 giorni. Pochi in meno del corridore del Team Ineos, che oggi conquisterà la 106ª edizione della corsa a 22 anni e 197 giorni. Scalzato dunque dal podio Octave Lapize, vincitore nel 1910, mentre ora Felice Gimondi, il primo a non appartenere ai pionieri del ciclismo con il suo successo nel 1965, diventerà quinto.

Egan Bernal è dunque il più giovane vincitore del Tour de France degli ultimi cento anni. Il giovane prodigio scoperto da Gianni Savio anticipa alcuni dei corridori precoci come furono Laurent Fignon, Jacques Anquetil, Bernard Hinault e Jan Ullrich (il più recente in ordine di data per il successo nel 1997, a 23 anni e 237 giorni). Una precocità che chiaramente lo rende un predestinato, non ci sono dubbi, ma attenzione a dare tutto per scontato. Tra i corridori presenti attualmente nella top ten dei più giovani, Fignon ne ha vinti due (con il secondo successo è attualmente 12°, diventerà dunque 13°), Anquetil cinque (ma dovette aspettare quattro anni per il bis) così come Hinault, ma Ullrich si fermò a quella vittoria, così come tutti gli altri, compreso il nostro Gimondi.

Certo, sulla loro strada questi ultimi incontrarono corridori come Lance Armstrong (con quei suoi sette titoli poi annullati) e addirittura Eddy Merckx (il cui primo successo arrivò a 24 anni e 33 giorni, poco meglio di Alberto Contador che conquistò Parigi per la prima volta a 24 anni e 235 giorni, età in cui Fignon aveva già vinto il suo secondo e ultimo, mentre Hinault stava per vincere il terzo).

Ogni atleta ha la sua storia e parabola; paragoni è inutile e dannoso farne. Lasciamo che l’enfant prodige portato in Italia dalla Androni – Sidermec possa intanto gustarsi questo successo, che lui stesso ha commentato come “il mio primo Tour”, senza caricarlo della pressione del predestinato. Ovviamente, il futuro è dalla sua parte e siamo tutti pronti ad ammirarlo, ma attenzione a sovraccaricarlo di responsabilità e aspettative.

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